lunedì 29 giugno 2015

Pensieri: Yoga Sutra a cura di Gary Kissiah, quando trovi belle cose on line




Oggi stavo cercando qualche pagina twitter sullo yoga e mi sono imbattuta in questo sample di una delle varie versioni degli Yoga Sutra di Patanjali a cura di Gary Kissiah. Visto che sono ancora nell'ignoranza di questo importantissimo testo e attendo che mi venga regalato a brevissimo per il mio compleanno, l'ho scaricato e ho iniziato a leggere l'introduzione. Ho trovato una parte molto interessante, uno dei punti fondamentali che tutti, praticanti o meno di yoga, dovremmo comprendere per vivere meglio. Riporto qui sotto il testo in inglese e poi la mia traduzione. Gente, riflettete...


[...] we automatically identify with the external world, our egoic, everyday minds and our bodies. We see a world of multiplicity, impermanence and duality. Consequently we often feel alone, disconnected and alienated. The result is suffering. According to Yoga philosophy, the basic reason that we experience suffering is due to spiritual ignorance or “avidya.” Avidya is one of the key concepts that we will encounter throughout our exploration of the Sutras. Although there are several elements to avidya, it fundamentally involves identifying with the activities of our everyday minds which prevents us from realizing our true Self.
Because we are not united with our true Self, we do not have access to our natural state of unity and bliss. It is as if our everyday minds are the clouds and the true Self is the sun. Even though we may not see the sun on a cloudy day, it is always shining. We know that the world, our minds and our bodies are impermanent and constantly changing. We can easily see this in the changing of the seasons, the daily weather patterns and the aging process in our own bodies. Yet, due to avidya, we avoid accepting change and attach ourselves to various illusions of permanence and stability because they provide us with a sense of security and peace. This leads to suffering.


[...] automaticamente ci identifichiamo nel mondo esterno, nelle nostre menti egoiche, nel corpo e nella quotidianità. Vediamo un mondo di molteplicità, impermanenza e dualità. Di conseguenza spesso ci sentiamo soli, disconnessi ed alienati. Il risultato è la sofferenza. Per la filosofia yogica la ragione principale per cui proviamo questa esperienza di sofferenza è l'ignoranza spirituale, chiamata "avidya". Avidya è uno dei temi chiave che inconteremo nello studio dei Sutra. Sebbene sia un concetto dalle tante sfaccettature quello fondamentale consiste nell'identificazione con l'attività quotidiana della nostra mente che ci impedisce di realizzare il nostro vero sé. Non essendo uniti con il nostro vero sé non abbiamo accesso all'unità e la beatitudine. E' come se la nostra mente fossero le nuvole e il nostro vero sè il sole. Anche se non riusciamo a vedere il sole in un giorno nuvoloso, lui è comunque lì e splende. Sappiamo che il mondo, le nostre menti e i nostri corpi sono in continuo cambiamento. Lo vediamo chiaramente nel passare delle stagioni, nel tempo atmosferico, nell'invecchiamento del nostro corpo. Eppure, per colpa di avidya, evitiamo di accettare il cambiamento e ci attacchiamo a varie illusioni di impermanenza e stabilità perchè ci procurano un senso di sicurezza e di pace. Ciò porta alla sofferenza. 

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